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giovedì 3 febbraio 2011

Una parola: Villanìa


Parto da queste due brevi definizioni riprese dal dizionario wikipedia o per meglio dire wikizionario.
Per villanìa si intende una:
  • qualità di una persona non educata, ovvero che non ha ricevuto una educazione, o che ha ricevuto una cattiva educazione
per estensione ne deriva la seconda definizione
  • modo di comportarsi, azioni, atti, non adeguati alle regole del buon comportamento, del rispetto degli altri e della civile convivenza nella società
E' da intendersi quale comportamento sociale "non urbano", non educato. 
Questo comportamento, che considero molto inappropriato, si manifesta non solo pubblicamente, ma anche nelle relazioni individuali. Nei comportamenti tra singole persone.
E tra le singole persone la villanìa, a mio parere, non si manifesta solo con gesti eclatanti, vocianti e/o fisicamente evidenti, ma anche con silenzi, altezzosità, superbia. Di esempi se ne potrebbero fare tanti, purtroppo. Si è villani quando non si rispettano le file, quando si compiono piccoli e quotidiani gesti di soprusi quotidiani. Si è villani anche non rispondendo al saluto o ad una domanda. Si è villani quando si "feriscono" le persone con inutili gesti di indifferenza.

Anche in questi casi il "livello", la linea di demarcazione tra una condizione, di educazione, e un altra, di pessima educazione,  è sempre molto relativa. Spesso a deciderlo sono le stesse persone che stanno relazionando.

La villanìa se la conosci la eviti e se proprio non puoi farlo...la contrasti.

Ma possiamo mitigare queste forme di maleducazione. Come? Le persone migliorano se le ascoltiamo. Se le guardiamo in faccia e nel cuore. Se cerchiamo di capire l'altro. Almeno dovremmo provarci. Sono convinto del fatto che l'altro messo nelle migliori condizioni di relazione abbia meno motivi per  urtarci con la sua maleducazione.



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